ESPERIENZE DI CARITÀ AL PALAZZOLO

I RAGAZZI DEL GONZAGA E IL VOLONTARIATO AL PALAZZOLO

Quest’anno alcuni ragazzi dell’Istituto Gonzaga hanno iniziato, con i loro Professori, una attività di volontariato al Palazzolo. L’idea nasce inizialmente dal desiderio di riscoprire e vivere il carisma e il senso della presenza del Beato Carlo Gnocchi all’Istituto Gonzaga, dove fu direttore spirituale. Ma non solo. Infatti….

Lorenzo: Al Palazzolo ho imparato concretamente che una persona inizia a fare volontariato per mille ragioni diverse. Tra noi ragazzi c'era chi aveva aderito perché voglioso di aiutare gli altri, chi per accompagnare un'amico, […]e chi ancora per fare un'esperienza personale. Ognuno era arrivato il primo giorno con la propria valida motivazione.

Chiaccherando prima dei turni al Palazzolo ci si paragona sempre sulle motivazioni e si giudica ciò che accade e abbiamo capito che c’è una sorta di “legge dell’esistenza” in noi per cui sentiamo l’esigenza di interessarci agli altri.

Angelica: “Nel 2016 ho iniziato la prima liceo, ma non mi sarei mai aspettata che la mia scuola potesse permettermi un esperienza così unica, il volontariato. Il volontariato è un azione che fa star bene colui che la fa e colui che la riceve.”

Non è questione di bontà o meno, è una esigenza naturale, originale in noi che tuttalpiù va educata, cioè sviluppata e resa coscientemente costitutiva della nostra personalità e operativa nel mondo.

Angelica: Giovedì sono stata a fare volontariato, mi sono resa conto di alcune cose. Ho visto vecchietti che si emozionavano per una canzone, per un sorriso, per una carezza, quando noi, ragazzi di oggi se non abbiamo quello che vogliamo possiamo anche uccidere qualcuno per averla. Mi sono resa conto di accettare le piccole cose, di essere felice per quello che ho. Mi serviva questo per farmelo capire. Giovedì  una vecchietta si è fermata e mi ha ringraziato per essere stata con lei e io non sapevo cosa rispondere, anche solo la mia presenza l'ha resa felice, quando noi diamo per scontato tutto

Fatto sta che quando c’è qualcosa di bello in noi ci sentiamo spinti a comunicarlo agli altri: noi del Gonzaga abbiamo iniziato a venire al Palazzolo per soddisfare questa esigenza. Ma non solo veniamo al Palazzolo per soddisfare questa esigenza, ma anche per imparare a farlo, e in questo modo realizzare noi stessi.

Lorenzo: Grazie a questa esperienza, che per me è stata la prima di concreto volontariato, ho capito che, se una persona ci mette il cuore, la sua motivazione iniziale verrà superata dal fatto che ma scoprirà che alla fine tutti abbiamo bisogno di donarci per gli altri per una necessità personale. Grazie a questa iniziativa di passare un paio di ore alla settimana con persone che non cercano altro che la nostra compagnia ho scoperto, quindi, che più andavo avanti e più partecipavo non solo per rendere felici gli altri, ma per rendere felice anche me.

La presenza e la testimonianza del Beato Carlo Gnocchi al Gonzaga ci ha indicato chiaramente e senza equivoci come Cristo permetta di capire tutto ciò svelandoci la legge suprema del nostro essere che è la Carità.

Noi veniamo al Palazzolo e fare volontariato per imparare a vivere come Cristo.

Federica: Non conoscevo la struttura e nemmeno l'opera di Don Gnocchi e grazie ai miei professori e ai collaboratori del centro sono venuta a conoscenza di questa grande famiglia. Era la prima volta che facevo questo tipo di volontariato con gli anziani. Ho perso mio nonno a Dicembre. É stato un periodo molto doloroso, perderlo é stato come perdere un pezzetto di me. Solo con la fede, poi sono riuscita a superare questo momento ed ora lui é sempre accanto a me.

E questo è molto liberante perché il venire al Palazzolo potrebbe essere privo di entusiasmo, potrebbe essere privo di risultati concreti, ma rimarrebbe comunque per noi l’unico risultato concreto che è l’attenzione alla persona, il resto verrebbe di conseguenza.

Giulio: Sono molto soddisfatto della mia esperienza di volontariato al Palazzolo perché il contatto con i saggi della nostra società ha provocato in me (anche grazie all'aiuto dei professori) molte riflessioni e considerazioni riguardo il rapporto che noi giovani abbiamo con gli anziani e il mondo e mi ha arricchito…..il tutto vissuto con allegria e leggerezza grazie alla simpatia degli ospiti e all'abilità di Carlo.

Come accadde con Gesù quando svolgeva il suo ministero pubblico: prima predicava e stava con la gente, e solo dopo faceva i miracoli sfamando le persone.

Federica: Ecco, pochi giorni dopo (la morte di mio nonno), la mia professoressa di italiano entrò in classe chiedendoci chi tra noi volesse partecipare a questo tipo di attività: sembra sciocco dirlo ma credo che sia stato proprio il mio nonno lassù. Questa esperienza era fatta per me, un'opportunità pazzesca e non potevo certo tirarmi indietro. Al Palazzolo ho conosciuto storie e persone e ne sono stata rapita e affascinata. Dal Carlo, che stimo molto agli anziani, agli amici con cui faccio il turno e che prima non conoscevo nemmeno. Questa esperienza mi ha dato tanto, e oggi posso solo ringraziare tutti quelli che il venerdì pomeriggio mi fanno tornare il sorriso. Sembra folle ma per me il venerdì è come una boccata d'aria dopo una corsa: è essenziale.

Ecco allora che uno dei miracoli più concreti e tangibili ai nostri occhi è proprio lo scoprirsi amici come non avremmo immaginato di poter mai essere. L’amicizia tra noi che cresce in quest’opera è ciò che ha fatto dire a una Professoressa “ho accettato un po’ in automatico senza sapere cosa sarebbe accaduto ma poi ho scoperto e sto facendo una esperienza grandissima di umanità, bellezza e di condivisione”, oppure uno studente “io vengo al Palazzolo perché ci siete voi”.

Lui, lo studente, forse non lo chiama ancora così, ma arriverà il giorno in cui, a Dio piacendo, identificherà questo “voi” chiamandolo con il suo vero nome cioè comunità ecclesiale, Chiesa. Nel frattempo come fratelli chiamati a condividere un pezzo di strada, accettiamo e impariamo ad amare ciò che la Provvidenza ci pone davanti spinti dal desiderio di vivere sempre più pienamente e felicemente la nostra vita e il reale.